C’è un periodo nella vita quando gli esseri umani sono giudicati troppo piccoli per muoversi liberamente. La durata di questo periodo è determinato più da convenzioni culturali che non dalle reali necessità dei piccoli di essere protetti da pericoli reali o presunti; attualmente in Italia si estende praticamente fino alla maggiore età e anche oltre, se i ragazzi non si ribellano. Basta andare davanti a qualunque scuola media la mattina e vedere il caos di macchine guidate da un genitore che cerca di lasciare la propria figlia o il figlio dritto davanti all’uscio di scuola, come se i ragazzi che ormai hanno più di undici anni non fossero in grado di fare cento metri a piedi da soli. Lo spettacolo indecoroso si ripete alla fine delle lezioni, solo che la genitrice o il genitore cercano di recuperare la discendenza.
Però la bambina nella foto è davvero ancora troppo piccola per andare in bici da sola. Giustamente il padre l’ha collocata su un seggiolino appositamente costruito. Magari il casco inverosimile e le cinture di sicurezza sono esagerate.
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Figlia e padre
Una bambina di scarsamente tre anni si è dotata di un triciclo tanto vistoso quanto poco usabile. Evidentemente il costruttore del trabiccolo non ha le idee chiare sulle dimensioni dei bambini sotto i tre anni. Notate quanto sono assurdamente lontani i pedali dalle punte dei piedi della piccola. Infatti lei non ci prova neanche a pedalare e lascia ciondolare le bambine limitando la sua interazione con il triciclo al manubrio. Per fortuna si trova nella grande piazza di Figline, piazza Ficino, e quindi la sua scarsa esperienza nella guida non costituisce pericolo. Per ovviare al evidente errore nella progettazione e esecuzione del triciclo il costruttore lo ha ha dotato di un bastone inclinato, lungo e fornito di manico perché un adulto possa spingere il mezzo dal retro. Così la piccola ha l’illusione di guidare, certo però non impara a coordinare le arti.