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Monumento ai caduti

Monumento ai caduti, vittoria

Alla fine della prima delle grandi guerre che hanno devastato l’Europa nel secolo scorso gli abitanti di Figline hanno voluto dedicare un monumento alla memoria perenne dei soldati caduti. Il monumento fu posto, giustamente, nella piazza principale del paese e lì ci stava per molti anni come è dimostrato da numerose cartoline che tutt’ora circolano a Figline. Costituiva un punto di riferimento per gli abitanti. Abbastanza recentemente e insieme con dell’altro arredamento urbano, per esempio i vecchi lampioni, fu rimosso. Mentre i lampioni sono scomparsi del tutto, probabilmente gettati via, il monumento fu rimontato in una zona defilata del paese e abbandonato lì. Un particolare curioso è pure il fatto che durante la ricostruzione fu girato di 180 gradi, di modo che oggi volta le spalle al paese ingrato. Come si vede dalla foto la parte principale è costituita da una statua della Vittoria di pregevole qualità che costituisce una testimonianza tangibile dell’eccellenza degli artigiani che nel secolo scorso fecero conoscere l’Italia in tutto il mondo perché erano in grado di creare opere simili.

Piazza Serristori di sera

Piazza Serristori di sera con nebbia fitta

D’inverno a Figline nel Valdarno la nebbia è di casa. Anche se durante il giorno il sole vince le nuvole per qualche ora, come cade la sera la nebbia si alza e avvolge tutto nel suo umido abbraccio. Nella foto di nuovo Piazza Serristori, sempre visto dal lato est attraverso l’acqua che casca dalla fontana. Sono circa le sette di sera e alcune perdono si sono fermate per scambiare due chicchere. I fari di una macchina che sopraggiunge illuminano la scena e mi rendono possibile lo scatto.

Piazza Serristori

La fontana in Piazza Serristori

Il lato est di Piazza Serristori come si presenta oggi, dopo alcuni grossi interventi urbanistici. Qui anticamente si trovava la “porta Fiorentina”, una delle quattro porte che davano accesso alla Figline medievale.
La fontana, frutto di un intervento recente non felicissimo, sostituisce l’antico pozzo nel centro della piazza. È interessante notare che in piazza Ficino si trova una piccola copia di questa fontana, copia non più funzionante e parecchio mutilata da interventi vandalici. C’era pure una terza copia di questa fontana in un piazzale adiacente a Via Galilei ma recentemente è stata smontata e sostituita con delle panchine.
Sembra proprio “compra tre fontane, paga due”.
Comunque, di sera, questo lato della piazza è un punto di ritrovo per i giovani di Figline che si fermano volentieri alla “Gatehouse Pub”.

La Casa del Combattente

La Casa del Combattente a Figline Valdarno

La Casa del Combattente è un edificio degli anni trenta. Fu costruito sotto la guida dell’architetto Ezio Cerpi, senese (1868-1958) secondo i criteri estetici allora in voga e quindi costituisce un interessante esempio della stratificazione dei gusti che si sono succeduti negli ultimi 2000 e più anni a Figline nel Valdarno.
Al tramonto nel Valdarno è molto intenso il fenomeno dell’ora dorata. Gli edifici, specie quelli come la Casa del Combattente costruita con mattoni e pietre naturali, si tingono di giallo-oro e rende possibile scattare foto come quella sopra. Certo, sarebbe meglio parlare di minuti dorati, perché il fenomeno dura ben poco e la sua intensità dipende anche dalle condizioni atmosferiche della giornata e non è per niente garantito. Perciò bisogna avere la macchina fotografica pronta e ben impostata per poter sfruttare questa luce magica che tutto trasforma e trasfigura.
Da notare inoltre i piccioni, onnipresenti a Figline, che si stanno mettendo in fila lungo il cornicione per passare la notte in sicurezza.

Alla fermata del bus

Un uomo aspetta alla fermata del bus a Figline Valdarno

Accanto alla stazione ferroviaria di Figline Valdarno c’è pure la stazione dei bus. Si tratta di un vasto piazzale senza alcun arredamento, se si eccettua una panchina, una di numero, miserabile e insufficiente. Le autorità competenti per la gestione delle piazze di pubblica utilità sembrano pensare che meno si arredano le piazze, meglio è. Invero a Figline non mancano le panchine, ma sono collocate in punti dove non servono o dove addirittura non sono accessibili.
Un uomo, evidentemente in attesa di un bus, aspetta pazientemente in piedi e appoggiandosi al muro. Per ingannare l’attesa fuma una sigaretta e osserva un piccione in cerca di briciole.
Speriamo che il bus sia puntuale!

Antiche mura e panni al vento

Una ragazza guarda attraverso una finestra nelle antiche mura di Figline

Una ragazza osserva dalla finestra nelle antiche mura quel che succede di sotto nel giardino. Figline infatti conserva ancora oggi buona parte delle sue mura trecentesche che permettono di farci un’idea dell’architettura militare del Medioevo. Furono costruite con pietre tagliate che in parte provenivano da case diroccate o da case che dovevano essere abbattute perché si trovavano sul tracciato delle mura da costruire. Venivano pure usati i pillori di fiume, cioè pietre arrotondate dal continuo rotolare nella corrente del fiume che lambisce Figline, l’Arno. Ovviamente era proibito addossare costruzioni civili alle mura di cinta per impedire che il nemico potesse con la complicità di quale figlinese approfittarsene per entrare in città. Ma quando qualche secolo più tardi le mura avevano perso ogni valore strategico e militare i cittadini iniziarono a “riciclare” le mura. Nella foto se vede uno splendido esempio di questa economia architettonica che però ha garantito la sopravvivenza delle antiche costruzioni. Un bel tratto di mura – oggi visibile dai Gardini Morelli – furono ripuliti dai camminamenti ormai diventati inutili e probabilmente pericolanti, e riutilizzati come facciata tergale di case a tre e anche quattro piani di civile abitazione. Le case così ricavate sono abitate tutt’oggi come si vede chiaramente dai panni stesi per asciugarsi, che sventolano allegramente nel vento.

Vicolo dei Libri

Il vicolo dei libri a Figline
Nella foto il Vicolo dei Libri, uno dei tanti vicoli pittoreschi di Figline nel Valdarno. Unisce le due grosse piazze del centro storico. Da un capo del vicolo c’è piazza Marsilio Ficino e dall’altro piazza San Francesco. Da notare la bicicletta appoggiata al muro in attesa del suo padrone. I figlinesi amano andare in bici e li lasciano un po’ dove capita.
Attraverso l’arco a coronamento del vicolo si ha uno scorcio della loggia antistante al museo dell’arte sacra della chiesa della Collegiata. Nel museo sono conservate numerose opere di grande interesse artistico provenienti dal territorio circostante.

Pallone in Piazza Ficino

Casa dipinta con pallone che vola alto

Il cuore antico di Figline nel Valdarno è una bella piazza ampia e circondata da edifici di interesse storico e artistico. È intitolata a Marsilio Ficino che è nato e cresciuto qui a Figline. Tra gli edifici introno alla piazza spiccano alcuni esempi di case dipinte che documentano la notevole maestria degli artigiani locali di generazioni passate. Nella foto c’è l’esempio di una facciata interamente dipinta e particolarmente ben conservata.
Da notare pure il pallone che vola a altezza notevole!
Purtroppo con una decisione non ben ponderata nelle sue conseguenze fu istituita una zona blu nella piazza. Ma si badi bene, non tutta la piazza fu chiusa al traffico, come auspicabile, tipo Piazza Duomo a Firenze, bensì solo la parte centrale di essa. I due lati rimasero aperti al traffico e sono, di fatto, ridotti a posteggio impedendo la vista dei due monumenti più interessanti, la Collegiata e lo Spedale Serristori. Il centro della piazza, ora libero da traffico, fu rapidamente invaso da ragazzi che fanno gare di ciclismo, giocano a pallone, e comunque compiono atti di vandalismo come rompere le fioriere davanti ai negozi.

Piccioni a Figline

Piove e i piccioni si riparano sotto un tettuccio
Piove a dirotto.
Sono giorni che piove.
Non me ne lamento, mi ricordo troppo bene la siccità dell’anno passato; eravamo molto vicini a una vera e propria crisi idrica. Quindi ben venga tutto quest’acqua che il cielo ci manda, così i bacini dell’Arno possono riempirsi per bene e garantirci la fornitura idrico durante la prossima stagione estiva.
Anche i piccioni si divertono poco sotto tutto quest’acqua. Si sono rifugiati sotto un tettuccio per ripararsi e aspettano tempi migliori per andare a cercarsi il cibo.